Abstract Floating. Dall’estetica ukiyo-e ai linguaggi contemporanei è un progetto organizzato da ABADIR per gli studenti del Liceo Artistico Emilio Greco di San Giovanni La Punta, nell’ambito dei Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento (un tempo noti come attività di Alternanza Scuola-Lavoro) promossi dal MIUR. Due workshop ispirati al Giappone, tra grafica ed exhibition design, realizzati in collaborazione con la prof.ssa Oriana Oliveri e con il supporto di alcuni studenti ed ex-studenti della nostra accademia: Giada Coco, Marcantonio D’Antoni, Emanuela Distefano, Simona Spadoni, Michele Strano.
I PCTO sono laboratori teorico-pratici rivolti ai giovani che stanno per avvicinarsi alla scelta della carriera universitaria: osservare da vicino l’approccio progettuale di un professionista o i processi produttivi di un’azienda, sperimentando in prima persona le dinamiche del mondo del lavoro, permette infatti di scegliere il percorso di studi post-diploma in modo più consapevole.
«Queste attività mettono in contatto le personali attitudini e potenzialità dei partecipanti con i possibili sviluppi professionali. Le ritengo non solo molto utili ma fondamentali per i ragazzi e le ragazze che si avvicinano ad un momento così importante della propria vita, ad una scelta che delineerà il loro futuro.»
– Enrico Gisana
5–6 maggio 2021
Workshop di graphic design con Enrico Gisana, motion e graphic designer, con il supporto di Federica Lo Giudice, designer della comunicazione
Le illustrazioni Ukiyo-e – una vivace forma artistica giapponese in cui sono rappresentati la vita, la cultura, i paesaggi e la natura del periodo Edo – sono state il punto di partenza di questo workshop, un esercizio di astrazione in cui i partecipanti hanno imparato ad individuare le forme fondamentali di illustrazioni complesse, come La Grande Onda di Kanagawa di Katsushika Hokusai, per poi stilizzarle generando dei pattern.
«Non si è trattato di un’esercitazione fine a se stessa: le applicazioni e gli sviluppi pratici del lavoro svolto dagli studenti del Liceo Artistico Emilio Greco sono molteplici. Mettere alla prova le proprie capacità di sintesi grafica li ha infatti portati alla creazione di forme semplici e pertanto replicabili in serie, generando dei pattern che possono trovare un impiego in diversi ambiti del design: dalla moda – applicati a un tessuto, a un capo d’abbigliamento o a un accessorio – fino all’interior design, ad esempio come elemento decorativo per una serie di mattonelle o come carta da parati»
– Enrico Gisana
12–13 maggio 2021
Workshop di exhibition design con Makoto Fukuda, architetto e designer, con il supporto di Marcantonio D’Antoni, ex studente ABADIR
Il workshop ha preso le mosse dai pattern realizzati nel laboratorio precedente per riflettere sull’uso giapponese della prospettiva e della profondità e dar vita due diverse tipologie di allestimento: uno fisico, negli spazi del liceo, e uno digitale, realizzato con il supporto di Marcantonio D’Antoni – nostro ex studente – grazie a un software di modellazione 3D.
«Mi sono rapportato ai giovani partecipanti del Liceo Artistico Emilio Greco proprio come se fossero studenti del mio corso di Modellistica ad ABADIR, coordinandoli e guidandoli per realizzare insieme un progetto creativo, collaborativo e partecipativo.»
– Makoto Fukuda
«Nella prima parte del workshop ogni studente ha lavorato individualmente, disegnando un singolo elemento dell’installazione in uno spazio di 30×30 centimetri; subito dopo è entrato in gioco il lavoro di squadra e tutti hanno dovuto collaborare per fare in modo che i vari tasselli realizzati singolarmente interagissero, diventassero parte di un progetto unico e coeso. In questa fase è stato importantissimo il contributo di Marcantonio D’Antoni che, con l’uso di strumenti di rappresentazione digitale, ci ha permesso di visualizzare in anteprima il risultato finale.»– – Makoto Fukuda
«Quello che ho voluto trasmettere agli studenti è un processo, un approccio progettuale. Siamo partiti da una fase di studio e ricerca, confrontando le differenze tra la pittura Ukiyo-e e quella occidentale, in particolare nell’uso della prospettiva. Abbiamo immaginato uno spazio e imparato come pianificare, progettare, assemblare quello spazio. Abbiamo simulato il metodo di lavoro di uno studio di architettura o di design d’interni sia nel progettare i singoli elementi dell’installazione, sia nel rigenerare lo spazio abbandonato in cui l’abbiamo collocata. Il senso dell’architettura, per me, è proprio questo: dare nuova vita ai materiali, agli elementi, agli spazi, ai luoghi, pensando alle persone che li fruiranno.»
– Makoto Fukuda